Concerto di Natale presso la Casa Circondariale di San Vittore
Milano, 13 dicembre 2002
Voglio ringraziare il dottor Marco Marsili, presidente della CMI – Onlus, ed il direttore del Carcere di San Vittore, dott. Luigi Pagano, per il loro invito a partecipare a questo momento di festa, a questo concerto di Natale.
Vi porto anzitutto il saluto della Camera dei deputati, e in qualche modo mi sento di interpretare anche i sentimenti di tutto il popolo italiano, che guarda oggi alla realtà del carcere con preoccupazione e con una rinnovata solidarietà.
Si è oggi finalmente rinnovata l’attenzione delle istituzioni e delle forze politiche sulla fondamentale questione delle condizioni di vita nelle carceri. Si è avviata una riflessione seria ed approfondita, che ha riconosciuto finalmente al “problema carceri” un carattere di priorità ed urgenza.
Oggi, nel pieno di questo dibattito, e dopo le parole pronunciate da Papa Giovanni Paolo II, lo scorso 14 novembre, nel corso della sua visita al Parlamento italiano, nessuno può più ignorare o sottovalutare il degrado e l’inadeguatezza che purtroppo caratterizza molti dei nostri istituti di pena.
A questo proposito, va detto con nettezza che se occorre avere riguardo alla difficile condizione del detenuto, un’attenzione analoga va rivolta a quelle categorie di lavoratori che prestano nelle carceri un servizio di grande delicatezza e di straordinaria rilevanza sociale, in condizioni assai difficili, con poche risorse e riconoscimenti professionali non sempre adeguati.
Il Ministro Castelli, nel corso del suo intervento alla recente festa della Polizia Penitenziaria, ci ha dato un quadro esauriente della complessità della situazione, come pure delle iniziative messe in campo dal Governo per affrontarla.
Anche le proposte di amnistia e indulto, o di sospensione dell’esecuzione della pena detentiva, su cui il Parlamento si pronuncerà in piena libertà e coscienza, sono parte di questo dibattito.
La Camera dei deputati ha previsto per il prossimo mese di gennaio il dibattito sulle proposte di legge presentate alla Camera relativamente a questi temi.
Non posso entrare nel merito di questo dibattito, ma mi sento di dire, in tutta onestà, che è necessario contemperare sia le richieste di chi ritiene giusto ed opportuno procedere ad un gesto di clemenza, sia quelle di chi si preoccupa di mantenere integro un principio essenziale del nostro sistema giuridico come quello della certezza della pena.
Ho avuto modo, attraverso la lettura dei documenti che mi ha inviato il direttore di San Vittore, e nel corso della visita di oggi, di conoscere alcuni dei principali problemi di questo istituto, che purtroppo non sono diversi da quelli di molte altre analoghe realtà.
Resto convinto che tutto questo vada affrontato mettendo insieme, e non contrapponendo, i diversi interessi dei detenuti, degli agenti di polizia penitenziaria, degli educatori e dell’amministrazione del carcere nel suo complesso.
C’è oggi l’impegno concreto a destinare più risorse alla realtà carceraria. Più risorse per rendere effettiva la possibilità di adempiere il disposto costituzionale della rieducazione; ma anche per rendere meno oneroso e più produttivo, lo sforzo di quanti lavorano oggi, con impegno ed abnegazione, per mandare avanti questa complessa ed articolata macchina.
L’odierna manifestazione evidenzia proprio la straordinaria capacità di lavoro di chi dirige e opera in questa realtà, malgrado le molte difficoltà che deve affrontare.
E’ un segnale positivo per tutti, per il futuro di tutti, un segnale che raccolgo con grande piacere e soddisfazione, per il quale mi sento di ringraziare tutti voi e i tanti volontari che dedicano il loro tempo e la loro capacità all’obiettivo di ridurre la marginalità sociale di quanti sono privati della libertà, offrendo a chi ha sbagliato, e sta pagando per il suo errore, una prospettiva concreta per ricominciare con pienezza la propria avventura umana, fuori da queste mura.